Colori che si autodisciplinano tra i processi caotici e ribelli del fare artistico come un’esperienza quasi spirituale offerta, che si dilata sino al profondo di una infinità interiore, riconducibile ai contesti dell’anima.
Serie "Astrazioni"
Colori che si autodisciplinano tra i processi caotici e ribelli del fare artistico come un’esperienza quasi spirituale offerta, che si dilata sino al profondo di una infinità interiore, riconducibile ai contesti dell’anima.
Serie "Fuggire Fuggendo"
La serie “Fuggire Fuggendo” vuole essere un lavoro d’indagine sociale/comportamentale, atto a manifestare il bisogno innato dell’uomo con le proprie diverse forme d’integrazione con l’ambiente e coloro che lo popolano. Le relazioni che emergono, rivelano profonde trasformazioni e mutamenti della sfera comportamentale/affettiva.
Tuttavia, le relazioni tra i due sessi non sono mai state tanto complicate quanto oggi. Nei miei lavori, l’uomo appare sorpreso, confuso, a volte attonito, autoemarginato e parte lesa della società.
Serie "Paesaggi dell'Anima o viaggiare stando fermi (periodi pandemici)"
Un lirismo interiore concentrato e profondo come il mare, dove la vita palpita al ritmo dettato dalle correnti, che si compie e si completa attraverso l’individuale personalità dell’artista, il quale s’erge inacessibile come i misteri che il mare mai rivela.
Il mare dal quale s’assiste impotenti e passivi allo spettacolo teatrale che s’accompagna all’esistenza dell’uomo, ci trascina nei vortici inquieti di destini lontani. Ogni coagulo di colore non assume atteggiamenti estetici del reale ma costituisce l’elemento del tragico divenire, tra tonalità quasi anafettive di melanconiche visioni.
Osservo spesso da che parte viaggiano le nubi ed è attraverso le intuizioni che percorro indizi luminosi che m’accennano sinfonici rapporti di vuoti e di pieni. Con il tempo ho imparato a percepire la luce senza vederla , con tendenze innate a concentrare il mio interesse sulla vita e i suoi processi vitali, incluso tutto ciò che li ricorda. Immagino scene indefinite di città possibili, pensate ed edificate sulle macerie fragili del contemporaneo, dove la mancanza di definizione, escludendo gli utilizzi arditi della prospettiva, definisce un certo movimento.
Lunghe camminate senza destinazioni precise, attraversamenti non fisici dei luoghi della percezione, dove spesso l’abbandono è il rito, come quando osservando le distese infinite di mari, dalle molteplici, imprevedibili possibilità con l’assenza del timore, di perdermi mai.
Serie "Momenti della Memoria", impronte del corpo e della mente, pagine dal 1995
Più si legge e più s’impara, più si guarda e più si vede…
Ho conosciuto persone, alcune amate; ho trovato luoghi, senza avere destinazioni precise; ho ascoltato la voce della gente, per conoscerne i sogni; ho visto persone morire, alcune amate.
La mia giusta dimensione, fortemente immaginata da piccolo, cercava corrispondenza nelle azioni da compiere e nelle identità di luoghi da scoprire. Considerato ciò e una volta accettata la mia irrequietezza, ho interagito con tutto questo, lasciando senza cura alcuna che la mia memoria e il mio deposito emotivo si colmassero.
Immaginate ora che tutto questo possa essere perduto, immaginate, che la nostra memoria sia composta da tante sezioni stratificate, immaginate, che su ogni sezione piccola o grande che sia, venga sovrimpresso il vissuto di ognuno di noi, pensate ora a quante di queste sezioni piombino nel buio oblio della memoria.
In questa lunga serie prodotta, ho immaginato queste sezioni, quello che al suo interno veniva contenuto, ne ho visualizzato ogni parola, ogni scritto, figure, volti, immagini, ombre ed emozioni e le ho chiamate pagine.
E’dal suono dei silenzi più profondi che sopravviene l’ispirazione artistica, dal tempo della memoria dell’uomo, si proietta la natura dell’eternità .
Le pennellate mai necessarie, si toccano a volte disgiunte come a voler segnare l’inizio o la fine di un’altro mondo parallelo.
Il contenuto appare evidente, si tesse in pensieri rigorosi e tormentati come gli aspetti che la vita rappresenta, dove nulla è mai risolto.
Serie "Trionfo e morte della condizione umana" ovvero la labirintica fragilità
dei mille destini.
Serie "Città invisibili"
Nell’eterno ritorno dell’uguale, come nelle teorie di Nietzche, l’universo rinasce e muore seguendo i suoi cicli temporali prefissati e necessari; cosi amo ripetere nella pittura lo stesso soggetto nel suo unico spazio, alle ricerca di ciò che diviene e muta, di ciò che è accaduto o che volevo che accadesse. Nel trascorso di eventi visibili conseguenti che completano il racconto e nel far coincidere gli impulsi liberi con la volontà propria, mi sorprendo, rassegnato stanco, all’accettazione incondizionato sulla pura casualità della vita…
Serie "Les amoureux" anni 87/92
L’arte come forma di sublimazione estrema, indica una sorta di distacco dalla vita e dalla realtà.
Il segno raggiunto dalla frantumazione di elementi interiori, si manifesta attraverso le incontrollabili variazioni che intercorrono tra linguaggio e realtà. L’ astrazione di un sentimento, con in questo mio caso, mi ha permesso di occupare tutto il mio tempo con la suddetta produzione.
Un periodo certamente prolifero e dal sentimento protetto dai cui soli residui, hanno preso vita innumerevoli, imperturbabili giochi di figure elementari. Nell’atto di dare libera espressione ai miei sentimenti, quelli originali, permettendo alle figure di recitare il loro ruolo rappresentativo, ho trascurato il fatto che questo processo libero di esternazione, non sempre poteva trovare nel tempo, gli elementi favorevoli alla sua commercializzazione.
Accettare forti componenti esibizionistiche a volte può creare conflittualità, soprattutto quando eros-esibizione e pudore rendono l’opera un autoritratto estremamente impudico.
Sculture in terracotta di Limoges dal 1995
Donna nel tempo, maternità arcaica… è la rappresentazione intesa come monumento atto a commemorare l’atto perpetuo del far nascere la vita, privilegio universale oltre ogni razza e stato sociale. Ogni scultura reca al di sopra uno scritto che la rende collocabile nel suo luogo d’appartenenza. Terre cotte di Limoges dal 1995.